24 apr 2015

The Prodigy – The Day Is My Enemy [Recensione]

È uscita lo scorso 30 marzo la sesta fatica in studio dei Prodigy, a sei anni di distanza dall'ultimo disco di inediti, Invaders Must Die. In questo lasso di tempo la band britannica, storicamente poco prolifica, aveva ingannato l'attesa dei fan dando alle stampe un live, World's on Fire, e la riedizione celebrativa dei quindici anni del capolavoro The Fat of the Land nel 2012.



Rispetto ai predecessori, The Day Is My Enemy – titolo tratto da un verso di All Through the Night di Cole Porter – presenta un'importante novità: per la prima volta il cervello artistico del gruppo, Liam Howlett, è stato affiancato nella composizione dagli iconici vocalist Maxim e Keith Flint, fino ad allora semplici (e splendidi) esecutori.
Anticipato a gennaio dal primo singolo Nasty – brano potentissimo, fratellino minore delle storiche Breathe e Firestarter –, il disco è un autentico tuffo negli anni 90, quelli dei rave party e della techno ossessiva da ballare fino all'alba, spesso con qualche aiuto chimico.

L'effetto nostalgia dilaga in molte tracce: si parte dall'ottima Rebel Radio, flashback sulle atmosfere care alla "jilted generation" di Voodoo People, per proseguire con la velenosa invettiva di Ibiza, autentico diss alla musica da club dell'isola ed ai suoi dj set patinati. Da segnalare anche i tocchi orientaleggianti di Medicine ed il sample di Salami Fever dei finlandesi Pepe Deluxé presente in Get Your Fight On.

Vira invece verso l'industrial la title track, secondo singolo estratto, impreziosita dal featuring di Martina Topley-Bird, musa del trip hop e storica compagna di Tricky. Tracce di Bristol sound si riscontrano anche nell'ipnotica Invisible Sun, seppur rielaborate in stile Prodigy grazie alla consueta violenza vocale di Flint.

Nel complesso un album coerente con la storia del gruppo, ultimo baluardo della rave culture di fine millennio e da sempre poco incline ai compromessi con le nuove (e spesso effimere) tendenze dei dancefloor. Certo, ignorare buona parte dei cambiamenti musicali degli ultimi 20 anni potrebbe suonare un tantino datato ed anacronistico – in qualche caso si arriva al limite dell'autocitazionismo -, ma classe e mestiere compensano ampiamente la mancanza di novità.
In fondo l'abbiamo sempre saputo, i Prodigy sono questi. Prendere o lasciare.


Tracklist:

1. The Day Is My Enemy
2. Nasty
3. Rebel Radio
4. Ibiza (feat. Sleaford Mods)
5. Destroy
6. Wild Frontier
7. Rok-Weiler
8. Beyond the Deathray
9. Rhythm Bomb (feat. Flux Pavilion)
10. Roadblox
11. Get Your Fight On
12. Medicine
13. Invisible Sun
14. Wall of Death
15. Rise of the Eagles (iTunes Bonus Track)

{Spirited}

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