28 feb 2015

The Selfish Cales - Throw Your Watch To The Water [Recensione]

Oggi la rock-band psichedelica torinese dei The Selfish Cales lancia il suo terzo album, che mette in chiaro il proprio mood già dalla copertina.


Throw Your Watch To The Water sembra un disco trovato per caso nel garage di papà o a un mercatino del vintage, un cimelio di  fine anni '60 che conserva tutte le sonorità psichedeliche di quegli anni. Il nuovo lavoro dei Cale – questo il "cognome d'arte" di Gabriele, Andrea e Sara – è infatti il frutto di un'accurata ricerca nei suoni originali, rispolverati dallo spettro bohémien delle grandi band dell'epoca, come i Jefferson Airplane o i Kaleidoscope (la cui influenza è ben evidente).

Il disco parte a gran ritmo con le prime due tracce, Sulphureous Haze e Soul Mates, in cui la batteria è suonata con grande energia in alcuni punti, per assentarsi invece nei momenti più lenti e visionari. Non mancano però atmosfere dai toni più smorzati, come Peacock Girl o Mr. Hotpeach, senza perdere in attrattiva. 

Marina and the Diamonds - Froot [Recensione]

Oggi vi parliamo in anteprima assoluta dell'album di prossima uscita di Marina and the Diamonds (all'anagrafe Marina Lambrini Diamandis), dal semplicissimo titolo Froot.



Dopo aver ucciso Electra Heart, alter ego utilizzato per dare vita al precedente progetto, cosa ci si potrebbe aspettare di più da Marina? Difficile rispondere con esattezza: Electra Heart era un lavoro estremamente profondo e creato in maniera dettagliata, non un semplice disco ma qualcosa di molto più elaborato. Un concept album con storyline suddivisa in undici video (tra cui singoli ufficiali e mini storie narrative), nato per far conoscere la travagliata vita amorosa della protagonista.

L'album vantava power-ballad e pezzi pop dal vibe retrò che nel complesso lo rendevano degno di essere ascoltato da chiunque. Quindi, se già abbiamo alle spalle un lavoro di tutto rispetto, cosa si può fare di meglio per accattivarsi l'attenzione del pubblico? Marina ha la risposta per voi.

26 feb 2015

Alterea - Pausa Zen EP [Recensione]

Lo scorso 11 gennaio la band di Imperia ha pubblicato un EP il cui titolo sottolinea il ritorno dopo una lunga pausa. Dall'album d'esordio Tutto sembra spegnersi, sono infatti passati sette anni nei quali vi è stato un rinnovamento, non solo della formazione ma anche a livello musicale e filosofico.


Già dal primo ascolto, Pausa Zen risulta un lavoro fresco e maturo, un distaccamento dall'alternative-rock cupo tipico dei gruppi emergenti, che va nella direzione di sonorità più pop e che ben si sposano con il timbro pulito della voce della band. Se da una parte l'intenzione rimane fedele al post-grunge degli anni '90, dall'altra, ripuliti del noise, i brani sono molto più orecchiabili e diretti.

Le canzoni più immediate dell'extended play – quelle che potrebbero essere gli estratti di questo lavoro – sono Uno squarcio nel cielo e Ragnatela. La prima è più eterea e parla di incanalare le energie nel modo migliore (“Ho un amico poeta che scrive canzoni / lui dice «sfoga la rabbia in un pensiero positivo»”), sebbene in questo mondo sia facile perdere gli stimoli o essere fraintesi (“Se indichi la luna ti guardano ancora il dito”). La seconda, più terrena, è invece la metafora di un amore nocivo: “Cosa dicevi mentre ti guardavo e masticavo i tuoi insetti / come puoi dire che non ti rispetti, i tuoi segreti sono infetti”.

24 feb 2015

I videoclip del mese – Gennaio 2015

Nel primo mese di quest'anno molti artisti hanno comunicato l'uscita a breve del proprio album. Alcuni di questi hanno fatto venire l'acquolina in bocca ai loro fan con il lancio di un video: non sono mancati personaggi di fantascienza, BDSM e riferimenti alla mitologia greca.



5. Giovanni Truppi – Stai Andando Bene Giovanni. Il cantautore napoletano è l'outsider di questo mese, termine che si addice ottimamente al video, girato a Roma e dintorni, in cui è ritratto nel ruolo di atleta agonista, dal cestista al nuotatore, passando per il tennis e altri sport. La canzone è un inno alla resistenza, un vero e proprio incoraggiamento per chi sta lottando per qualcosa, ricordando però che si deve saper perdere. Lo stile di Giovanni Truppi, a parte una maggiore ruvidità, ricorda quello di Tricarico: non a caso l'autore di Io sono Francesco aveva esordito anch'egli con un'autocitazione nel titolo.

23 feb 2015

Imagine Dragons – Smoke + Mirrors [Recensione]

Ormai chi non conosce gli Imagine Dragons? Gruppo statunitense formatosi nel 2008, ma giunto soltanto cinque anni più tardi nell'olimpo delle band di fama mondiale, grazie al singolo Radioactive: questa traccia venne usata dalla Ubisoft nel trailer di lancio dell'allora attesissimo Assassin's Creed 3, una trovata commerciale che ebbe i suoi frutti. Ora gli Imagine Dragons vantano una certa popolarità, certamente meritata, e dopo il meraviglioso Night Visions non tardano a farci ascoltare il loro nuovo lavoro Smoke + Mirrors.


Ma prima di parlare dell'ultima fatica, facciamo un piccolo recap storico/musicale del gruppo.
Come detto precedentemente,  la band ottiene il riconoscimento globale grazie a Radioactive soltanto nel 2013, sebbene l'album fosse stato pubblicato addirittura un anno prima (potere dei videogame!). 

Diversi singoli di indiscutibile bellezza sono stati poi rilasciati nel tempo: se ancora non avete familiarità con la loro musica, sono assolutamente imperdibili la super-ballad Demons e l'orecchiabilissima On Top Of The World. Addirittura, vista la nuova potenza mediatico-pubblicitaria, nel 2014 il gruppo viene ingaggiato per contribuire alla colonna sonora del film Transformers 4, con la canzone Battle Cry.

The Soft Moon – Deeper [Recensione]

È prevista per il prossimo 31 marzo la pubblicazione di Deeper, ultimo lavoro della one man band californiana The Soft Moon, a tre anni di distanza dall'enigmatico Zeros. Per concepire il suo terzo LP in studio, Luis Vasquez ha attraversato l'Atlantico facendo la spola tra Berlino – città così ricca di suggestioni, musicali e non – ed il Veneto, dove ha poi registrato il disco presso l'Hate Studio di Rosà, in provincia di Vicenza.


Nella Luna Morbida convergono diverse anime, quella mitteleuropea della new wave e del krautrock – ecco tornare Berlino – e una più dura, industrial, riconducibile ai Nine Inch Nails ed altra musica d'oltreoceano.

Con Trent Reznor sono molteplici i punti di contatto, a cominciare dal fatto che entrambi siano leader e virtualmente unici membri dei rispettivi progetti musicali, ma anche per via del carattere schivo ed introverso. A questo proposito, vale la pena ricordare l'unico episodio che ne abbia effettivamente intrecciato i destini nella vita reale: qualche anno fa Vasquez remixò il brano Ice Age della nuova band di Reznor, gli How to Destroy Angels, senza mai incontrare fisicamente il collega e ricevendo vivissimi complimenti... Via e-mail!

Classifica settimanale degli artisti dal 16 al 22 febbraio

Continua indisturbata la leadership dei Verdena nella nostra classifica settimanale. Rispetto alla volta scorsa, infatti, perdono ulteriormente terreno I Cani, che scendono di una posizione, e i Baustelle, scivolati nel gradino più basso della top 10.


Troviamo ben due new-entry: il gruppo indie-pop milanese degli Amor Fou e la frontwoman sudcoreana naturalizzata statunitense degli Yeah Yeah Yeahs, Karen O (in foto), che negli ultimi mesi ha pubblicato il suo lavoro solista Crush Songs seguito dall'album Live From Crush Palace.

Il cantautore irlandese Hozier, ormai celebre a livello internazionale per la sua Take Me To Church, rientra direttamente al secondo posto, mentre gli Imagine Dragons devono accontentarsi della posizione numero 4 al termine della settimana di pubblicazione del loro disco Smoke + Mirrors.

21 feb 2015

Plankton Dada Wave – Haus of Dada EP [Recensione]

Pensando alla citazione "Se il dadaismo era contro l'arte, il punk era contro il design" del celebre graphic designer Philip B. Meggs, l'impegnativo ma bizzarro nome dei Plankton Dada Wave riassume al meglio quello che la band rappresenta: la vera essenza del punk-rock nato per osteggiare la musica mainstream.


Non a caso, il titolo del loro ultimo EP Haus of Dada scimmiotta il team creativo della popolarissima Lady Gaga – per l'appunto Haus of Gaga – e conquista in soli 17 minuti, grazie ad un collage di suoni e riferimenti ricercati. Proprio come avveniva per le riviste punk indipendenti di fine anni '70, la band varesotta ritaglia accuratamente citazioni musicali per poi rimescolarle in modo ironico ma aggressivo, ottenendo dei pezzi unici.

Durante l'ascolto salta all'orecchio la varietà dei suoni: oltre ai classici voce, basso, chitarra elettrica e batteria, abbondano i suoni sintetici. Fanno poi la loro comparsa gli strumenti più disparati, come l'inconsueto xilofono o altri congegni generalmente non destinati alla musica. 

Fall Out Boy - American Beauty / American Psycho [Recensione]

Il titolo dell'ultimo lavoro della band punk/rock/alternative Fall Out Boy è il “cortissimo” American Beauty / American Psycho, quindi, se con questa recensione vi convincerete all'acquisto, farete prima a chiedere direttamente: "Mi scusi, mi dà l'ultimo dei Fall Out Boy?".


Ma iniziamo facendo un piccolo passo indietro. La loro precedente pubblicazione risale al 2013: precisamente il 6 Maggio fecero uscire Save The Rock And Roll, anticipato dal singolo My Songs Know What You Did in the Dark (Light Em Up)
Save The Rock And Roll venne sfruttato come visual album (un singolo e un video al mese) al fine di creare una storia a puntate denominata The Young Blood Chronicles.

Detto questo, se siete fans e avete amato il penultimo album, allora amerete anche questo; se invece siete al loro primo ascolto, beh, per apprezzarlo appieno magari vi ci vorrà qualche ascolto extra!

20 feb 2015

Belle and Sebastian - Girls in Peacetime Want to Dance [Recensione]

Giunti al nono episodio di una carriera ormai quasi ventennale, gli scozzesi Belle and Sebastian si regalano un'inattesa svolta electro-danzereccia – dichiarazione d'intenti piuttosto evidente già a partire dal titolo –  nel loro Girls in Peacetime Want to Dance.



Sbocciata dalle Lowlands grazie a delicate trame folk corredate da testi intimisti, la band di Glasgow decide di lasciare da parte gli ormai tradizionali bozzetti di vita quotidiana – largamente debitori di Simon & Garfunkel, ed a loro volta precursori del "new acoustic movement" di Kings of Convenience e Turin Brakes – per addentrarsi in un turbinio di synth e beat elettronici che richiamano le sonorità dei Pet Shop Boys.

Proprio allo stile di questi ultimi si rifà Enter Sylvia Plath, quasi un plagio di quel tormentone da dancefloor che fu It's a Sin. Una somiglianza ulteriormente acuita dalla voce distaccata e vagamente malinconica di Stuart Murdoch, per molti aspetti sovrapponibile a quella di Tennant.

19 feb 2015

Le Sacerdotesse Dell'Isola Del Piacere - Tutto [Recensione]

Nello scorso aprile la band piacentina – il cui nome è tratto da un cartoon – ha pubblicato il suo primo album per l'etichetta indipendente V4V Records. Con il loro esordio, Le Sacerdotesse Dell'Isola Del Piacere gettano le fondamenta di un genere inedito chiamato nuovo punk italiano: "punk" per intenzione, "nuovo" e "italiano" per la natura cantautorale destrutturata.


Le nove tracce di Tutto sono vere e proprie poesie messe in musica mediante un suono che non si limita ad accompagnarle, ma che è capace di comunicare da sé: l'album si consuma nella malinconia sprigionata dai suoni delle chitarre elettriche e dal gemito della voce, un ululato a metà tra irrequietezza e rassegnazione.

Il mondo descritto da Le Sacerdotesse Dell'Isola Del Piacere – tanto reale quanto irrazionale – è dettato dal sovrapporsi delle emozioni più che dagli eventi che le generano. Nell'ermetismo di brani come L'incoerenza della scienza o Polizia vengono accostati fatti e sensazioni tanto diversi per natura quanto simili per percezione, attraverso una sorta di metafora implicita. 

18 feb 2015

KuTso - Musica per persone sensibili [Recensione]

La band proveniente dai Castelli Romani, approdata in quel di Sanremo per dissacrare il palco dell'Ariston con Elisa, ha pubblicato lo scorso 12 febbraio Musica per persone sensibili, album che segue l'esordio di Decadendo (su un materasso sporco)


Composto da canzoni ironiche, surreali e a tratti demenziali, l'album contiene quattordici pezzi digeribili già al primo ascolto, grazie a una buona orecchiabilità e alla durata delle tracce, quasi tutte sotto ai 3 minuti. 
Fatta eccezione per Elisa, L'amore è – nei quali prevale il funk – e il pop-rock romantico di Triste, il nuovo lavoro dei KuTso ha sonorità che si rifanno al punk-rock. Con bruschi cambi di registro, i quattro musicisti alternano strofe narrative a ritornelli che fanno da esplicita sintesi di ciò che è tra le righe, nonché da provocazione. 

Nelle ultime interviste la band ha sottolineato come l'album sia una semplice raccolta di pezzi prodotti durante i tour serrati. Sebbene questo possa lasciare immaginare un jumble di brani sconnessi tra loro, Musica per persone sensibili si presenta come un lavoro ben amalgamato, in cui ogni canzone racchiude un episodio diverso dell'ipocrisia umana raccontato con lo stesso spirito, fatta eccezione per l'imprevedibile svolta finale dell'ultima traccia.

17 feb 2015

Alessandro Grazian - L'età più forte [Recensione]

A dieci anni dall’esordio discografico, arriva per Alessandro Grazian il quarto album, L’età più forte, il cui titolo è un chiaro omaggio a uno dei quattro volumi di Simone De Beauvoir.


Il progetto è un'istantanea sul tempo trascorso, un'autobiografia – non solo artistica – dei primi dieci anni di carriera dell’autore, anello di congiunzione tra le sue radici folk-intimiste e barocche e le insospettabili sonorità psichedeliche e dream-pop. In Satana e nel finale di Corso San Gottardo, ad esempio, le chitarre fuzz escono direttamente dal mixer, un'aperta citazione ai Tame Impala.

Con questo nuovo disco Grazian sembra voler manifestare, in modo più diretto e meno ingenuo, l'inquietudine artistica che lo pervade e l'eterogeneità dei suoi ascolti con un più incisivo afflato comunicativo (ad esempio La risposta e Anastasia sono brani costruiti su accordi in maggiore) che lo porta a prendere le distanze dalla new wave e dai suoi elementi freddi, come i synth e le chitarre taglienti, per riscoprire temperature musicali più calde ed avvolgenti.

16 feb 2015

Björk - Vulnicura [Recensione]

Björk torna a far parlare di sé con il progetto autobiografico Vulnicura, nono album in studio prodotto della cantautrice islandese, che per il titolo del disco amalgama le due parole latine "vulnus" (ferita) e "cura" (guarigione), che l'artista esprime con una sorta di viaggio sonoro temporale suddiviso in tre fasi, in cui veniamo trascinati e a tratti strattonati verso gli stadi che portano verso la dissoluzione della sua storia d'amore. 


Un concetto che esprime in maniera estremamente viscerale, a cuore aperto, che porta a galla una complessa e raggrumata gamma cromatica di emozioni che vengono espresse con estrema e malinconica lucidità, la cui fine inconcepibile devasta e ferisce e non resta che aspettare l'auto-rigenerazione. In tutto l'album echeggiano sonorità d'archi che intensificano l'impatto emotivo e manipolazioni di tipo elettronico che fanno da sfondo ad uno scenario di turbamento psicologico. 

Il viaggio cronologico comincia da Stonemilker – prima traccia nonché singolo – estremamente intrisa di una coralità arcaica, quasi barocca, e da una ritmica essenziale. Leggendo le parole del testo, scopriamo come l’artista islandese voglia chiedere rispetto emotivo, così come in Lionsong e History of Touches: questo trittico di pezzi raccontano la frustrazione, la rabbia e il dubbio che precedono la rottura.

Classifica settimanale degli artisti dal 9 al 15 febbraio

I Verdena grazie al loro Endkadenz Vol.1 confermano ancora il più alto numero di ascolti. Insieme a loro solo i Baustelle e FKA Twigs resistono rispetto alla settimana scorsa nella top 10 della nostra speciale classifica.


L'unica new entry è Asaf Avidan (in foto) che da un mese ha lanciato il suo nuovo disco Gold Shadow. Aumentano in generale gli artisti internazionali, solitamente penalizzati, che conquistano metà delle posizioni utili grazie allo charme indie-pop di Lana Del Rey, Charlie XCX e Lorde. 

A distanza di diversi mesi dall'uscita di Glamour I Cani riescono ancora una volta ad insediarsi sul podio. Al contrario, Appino la spunta da solista nonostante il lancio del singolo degli The Zen Circus (grandi assenti) in settimana. Chiude la classifica Dente.

Asaf Avidan - Gold shadow [Recensione]

Da qualche settimana è tra noi il nuovo disco solista del cantautore e polistrumentista israeliano Asaf Avidan, la cui popolarità in Italia esplose grazie al (discutibile) remix dance di Reckoning Song – suo pezzo-simbolo, rinominato One Day per l'occasione – ed il successivo live incendiario al Festival di Sanremo, terminato in clamorosa standing ovation con tanto di bis.


Gold Shadow, questo il titolo dell'ultima fatica – la seconda in solitaria, dopo la messa in stand-by del progetto musicale con i The Mojos – che rispetto al precedente Different Pulses, cupo e dolente, mostra un'anima più solare ed una maggiore varietà di umori e stili musicali.

Un disco caleidoscopico, ricco di contrasti e contrapposizioni già a partire dal titolo, in perfetta sintonia con la personalità multiforme del suo autore – nato trentacinque anni fa a Gerusalemme ma con trascorsi infantili in Giamaica, una voce blues dai colori quasi femminili intrappolata in un corpo da adolescente fragile.

14 feb 2015

L'orso – Ho messo la sveglia per la rivoluzione [Recensione]

Dopo essersi fatti conoscere negli ultimi quattro anni nell'ambiente underground con svariati EP e con l'omonimo album L'orso, la band “mash-up” per genere e provenienza ha pubblicato lo scorso 3 febbraio un album dal titolo ad effetto per l'etichetta indipendente Garrincha Dischi.


Con un titolo non poco impegnativo, quelli de L'orso inneggiano ad una rivoluzione nel quotidiano, fatta di gesti semplici, soprattutto nel relazionarsi con gli altri. Per quanto l'idea sia apprezzabile, i primissimi testi dell'album (Post it, Io che ho capito tutto) inciampano già nella retorica e riflettono, contrariamente da quanto dichiarato nelle diverse interviste, un punto di vista a tratti cinico e sarcastico nei confronti della propria amata. Non mancano infatti accuse di superficialità e insensibilità, vere e proprie frecciatine avvelenate in linea con i testi più sarcastici di L'amore non è bello di Dente o dell'album d'esordio de I Cani, pur non avendone la stessa originalità. 

13 feb 2015

Bianco – Guardare per aria [Recensione]

Con l'uscita del suo terzo album colmo di  freschezza e spensieratezza, il cantautore torinese Bianco anticipa la primavera al 3 febbraio. Il titolo Guardare per aria, oltre a essere un verso del singolo lanciato lo scorso gennaio, è uno stile di vita che fa da filo conduttore a tutti e nove i brani o, meglio, da Filo d'erba.


Guardare per aria risulta molto piacevole già al primo ascolto. A farla da padrone sono voce e chitarra, come da consuetudine, mentre il tema principale è la semplicità che sta nelle piccole cose, come in Aeroplano in cui, nonostante l'abitudine venga vista come rimedio alla paura del cambiamento, sono messi in risalto gli aspetti positivi del quotidiano e dell'avere poche pretese. 

Con naturalezza Bianco parla delle sue nuove consapevolezze e lo fa con giochi di parole che rimandano spesso all'infanzia, ricorrendo ad esempio alla metafora del gioco del nascondino (Volume). Tuttavia è forse lo stesso modo di vedere il mondo con gli occhi di un bambino a far scivolare nel ritornello (almeno all'apparenza) nonsense di Drago: “La felicità è un drago / fatto di gesti piccoli / ma così piccoli / quasi invisibili”.

9 feb 2015

Classifica settimanale degli artisti dal 2 all'8 febbraio

I Verdena grazie al successo di Endkadenz Vol.1 confermano il loro primo posto nella nostra speciale classifica, seguiti da altri due artisti che godono dell'onda positiva dovuta all'uscita del nuovo album: Colapesce (Egomostro) e Umberto Maria Giardini (Protestantesima). 


Non compare ancora nella #top10 Rachele Bastreghi che ha pubblicato l'EP Marie ma resistono i Baustelle, anche se perdono due posizioni. Rispetto alla scorsa settimana resistono anche Vasco Brondi e Lo Stato Sociale. 

Le due new entry, entrambe straniere, sono la band alternative-rock statunitense dei TV on the Radio e la britannica FKA Twigs (in foto). 

8 feb 2015

Rachele Bastreghi - Marie EP [Recensione]

In attesa del nuovo disco dei Baustelle, previsto per il 2016, Rachele Bastreghi – voce femminile e tastierista del gruppo – si concede un'inattesa parentesi in solitaria con la pubblicazione dell'EP Marie.


Anche privata del suo alter-ego Francesco Bianconi, permangono le atmosfere citazioniste tipiche della band toscana: eleganti tappeti d'archi, tastiere liquide, testi ricercati e vagamente retrò ma comunque ammiccanti ed estremamente "pop", con l'abituale strizzatina d'occhio al grande pubblico.

La vera carta vincente di questo lavoro solista è la voce, che resta una delle più suggestive del panorama italiano: se nella formazione al completo risulta troppo spesso soffocata dall'onnipresenza del frontman – che invece non dispone di un mezzo vocale altrettanto duttile e raffinato – qui Rachele può cesellare alcuni numeri d'alta classe, tra cui spicca la morriconiana Folle tempesta.

6 feb 2015

Umberto Maria Giardini - Protestantesima [Recensione]

Protestantesima "vai e risuona ovunque" per citare le parole dello stesso UMG, ex Moltheni (che tanto ex non lo è mai stato) al suo secondo album che firma con il proprio nome di battesimo prodotto da La Tempesta Dischi.


Un Giardini schietto come sempre, seppur nel suo ermetismo, che centra l'obiettivo e imprime il suo marchio di fabbrica, ben riconoscibile nel panorama musicale italiano e lontano "anni luce" dai compromessi nazional-popolari.

All'omologazione Umberto risponde con un prodotto genuino e a tratti demodè, procedendo per la sua strada in direzione ostinata e contraria: "Torno quando sarà finito l'oro nero", "E se è vero che tutto si compra / e il ldenaro rincuora / resto pulito e raro / chi se ne frega".

Se la nuova formazione (composta da Giulio Martinelli alla batteria, Michele Zanni alle tastiere e il fedele Maracas all’altra chitarra) lasciava presagire a un ritorno del primo Moltheni, più pop, Giardini continua a sorprendere, con un album ricchissimo di spunti, mostrando una consapevolezza sempre più marcata. 

4 feb 2015

Verdena - Endkadenz Vol.1 [Recensione]

I Verdena sono arrivati "come alieni fra di noi", riapparendo sulla scena dopo quattro anni di assenza con il nuovo album Endkadenz (Vol. 1) uscito il 27 gennaio, primo di due saturi e prolissi volumi gemelli (per il secondo bisognerà aspettare fino a quest'estate).


Come richiama il titolo, Endkadenz è l'ultimo suono d'effetto, un tuffo di testa sulla membrana del timpano a suggello di un'opera sinfonica, un gesto inusuale che lascia spiazzati e sospesi con il bisogno di capire se nell'azione si nasconde un qualche messaggio celato (immergiti nella musica e ne comprenderai il significato intrinseco!).


Si riconfermano ancora una volta come la criptica ed ormai inarrestabile band bergamasca che, con Endkadenz, segna quasi un ritorno alle origini, sebbene con la maturità e la sperimentazione acquisita da album come Requiem e Wow che gli hanno resi (giustamente) uno dei gruppi di riferimento del panorama underground italiano.

Colapesce - Egomostro [Recensione]


L'artista che ha esordito con Un meraviglioso declino, album pubblicato nel 2012, non può che tornare sulle scene con un titolo dal forte “impatto ambientale”. Egomostro, il nome dato da Colapesce al suo ultimo lavoro uscito lo scorso 3 febbraio, può essere riassunto come la consapevolezza morale ma anche artistica di un cantautore che osserva il mondo che lo circonda e lo sa descrivere con parole nuove.



Sebbene il titolo dell'album e il testo del singolo Maledetti italiani che lo ha anticipato qualche settimana fa lasciassero presagire una svolta dell'autore su temi sociali, Egomostro si rivela il giusto compromesso tra lirica ed epica, la fusione di ricercatezza interiore e analisi esteriore ben rappresentata nel suono e nel testo.

Le quattordici tracce sono un dormiveglia in cui da immagini estremamente oniriche si ritorna alla realtà e alla sua crudezza, fino alla rassegnazione e all'accettazione del cantautore di essere un sognatore in un mondo scarno di poesia.