20 feb 2015

Belle and Sebastian - Girls in Peacetime Want to Dance [Recensione]

Giunti al nono episodio di una carriera ormai quasi ventennale, gli scozzesi Belle and Sebastian si regalano un'inattesa svolta electro-danzereccia – dichiarazione d'intenti piuttosto evidente già a partire dal titolo –  nel loro Girls in Peacetime Want to Dance.



Sbocciata dalle Lowlands grazie a delicate trame folk corredate da testi intimisti, la band di Glasgow decide di lasciare da parte gli ormai tradizionali bozzetti di vita quotidiana – largamente debitori di Simon & Garfunkel, ed a loro volta precursori del "new acoustic movement" di Kings of Convenience e Turin Brakes – per addentrarsi in un turbinio di synth e beat elettronici che richiamano le sonorità dei Pet Shop Boys.

Proprio allo stile di questi ultimi si rifà Enter Sylvia Plath, quasi un plagio di quel tormentone da dancefloor che fu It's a Sin. Una somiglianza ulteriormente acuita dalla voce distaccata e vagamente malinconica di Stuart Murdoch, per molti aspetti sovrapponibile a quella di Tennant.

Non è comunque l'unico pezzo ispirato al duo londinese: sulla stessa falsariga possiamo citare anche The Party Line – primo singolo estratto – e Play For Today, brano ultra-dilatato (7 minuti e mezzo!) che risulterebbe assai dispersivo se non fosse per la presenza di Dee Dee Penny, cantante delle Dum Dum Girls, la cui eterea vocalità dona spessore ed un pizzico di sensualità al duetto.

Sempre in tema di alta ballabilità, va segnalato il notevole apporto al microfono degli altri membri del gruppo: Stevie Jackson è protagonista assoluto di Perfect Couples, funk trascinante con tanto di percussioni afro, mentre la violinista Sarah Martin si destreggia con classe in un paio di numeri da lead vocalist, l'elettronica The Power of Three, di cui è anche autrice, e la cavalcata dal gusto retrò The Book of You – pezzo che, se fosse italiano, potrebbe tranquillamente essere definito "baustelliano".

Se l'esame dancefloor risulta dunque superato, lo stesso non può dirsi quando i Belle and Sebastian tornano a muoversi nei territori storicamente più congeniali. Tolta la melodia cristallina di Nobody's Empire – sospesa in un feroce contrasto con la cupezza del testo, estremamente autobiografico – e l'eleganza degli archi di The Cat with the Cream, resta ben poco altro degno di nota, annegato in un folk fiacco ed esangue. Ancor più pallido se messo a paragone con i fasti del passato.

Nel complesso un disco double face, coraggioso per la scelta di esplorare nuovi orizzonti, anche con un certo gusto, ma diseguale ed appannato nei tradizionali punti di forza della band. Esperimento riuscito solo a metà, che in definitiva potrebbe accontentare maggiormente i nuovi ascoltatori rispetto ai fan della prima ora.


Tracklist:

1. Nobody's Empire
2. Allie
3. The Party Line
4. The Power of Three
5. The Cat with the Cream
6. Enter Sylvia Plath
7. The Everlasting Muse
8. Perfect Couples
9. Ever Had a Little Faith?
10. Play for Today
11. The Book of You
12. Today (This Army's for Peace)
{Spirited}

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