6 feb 2015

Umberto Maria Giardini - Protestantesima [Recensione]

Protestantesima "vai e risuona ovunque" per citare le parole dello stesso UMG, ex Moltheni (che tanto ex non lo è mai stato) al suo secondo album che firma con il proprio nome di battesimo prodotto da La Tempesta Dischi.


Un Giardini schietto come sempre, seppur nel suo ermetismo, che centra l'obiettivo e imprime il suo marchio di fabbrica, ben riconoscibile nel panorama musicale italiano e lontano "anni luce" dai compromessi nazional-popolari.

All'omologazione Umberto risponde con un prodotto genuino e a tratti demodè, procedendo per la sua strada in direzione ostinata e contraria: "Torno quando sarà finito l'oro nero", "E se è vero che tutto si compra / e il ldenaro rincuora / resto pulito e raro / chi se ne frega".

Se la nuova formazione (composta da Giulio Martinelli alla batteria, Michele Zanni alle tastiere e il fedele Maracas all’altra chitarra) lasciava presagire a un ritorno del primo Moltheni, più pop, Giardini continua a sorprendere, con un album ricchissimo di spunti, mostrando una consapevolezza sempre più marcata. 


Originale sia nella scelta dei testi che in quella dei suoni, sempre ben calibrati, resta in parte fedele alle tematiche tanto amate (una natura in continuo "replay" che si nutre di creature illuminate e paesaggi suggestivi) che si arricchiscono di un "ingrediente novus". Prendendo le distanze dal suo mondo interiore, Umberto, dissidente ma senza accanimento, quasi profetico; con discrezione e algida analisi, si fa portatore di verità scomode quanto amare (chiaro è il riferimento alla scena musicale milanese e alla cocaina che la corrode) lasciando che Il vaso di Pandora trabocchi. E lo fa con un linguaggio ricolmo di figure retoriche, di inusuali accostamenti di vocaboli ("negli anni gotici ed incerti"), e di visioni mai scontate ("con il cuore aperto all'infradito") e sempre attuali ("bambini che diventeranno trans", "ma d'altronde a Milano il denaro serve soprattutto perché piace la Cocaina", e un lapidario "siamo noi puttane in internet" ). Ma la protesta non è mai sterile e fine a sè stessa; è ricerca di un antidoto urgente quanto malinconico, come provare a guardare il mondo "con occhi chiari (ma) sempre più rari" .

Un album emozionante, in cui nulla appare fuori posto o messo lì per caso. Tutt'altro che leggero e terreno, (d'altra parte Umberto ci ha abituati bene), anzi onirico e psichedelico come suggeriscono gli archi in Sibilla, e i lamenti di fondo di C'è chi ottiene e chi pretende. Una vera chicca è la traccia dal titolo lunghissimo Pregando gli alberi in un ottobre da non dimenticare che strizza l'occhio alle suggestioni dei migliori Verdena.

Insomma Giardini non tradisce e in questo connubio di visionaria realtà Protestantesima va e risuona ovunque!


Tracklist:

1. Protestantesima
2. C’è chi ottiene e chi pretende
3. Molteplici e riflessi
4. Il vaso di Pandora
5. Seconda madre
6. Amare male
7. Sibilla
8. Urania
9. Pregando gli alberi in un ottobre da non dimenticare
10. 6 Aprile

Malex

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